Citazioni

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"[...] Io ho davanti a me un sogno, che i miei quattro figli piccoli vivranno un giorno in una nazione nella quale non saranno giudicati per il colore della loro pelle, ma per le qualità del loro carattere. Ho davanti a me un sogno, oggi! [...]" - Martin Luther King

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"Qualunque cosa deve essere resa la più semplice possibile, ma non di più" - Albert Einstein

"È proprio vero alcuni uccelli non sono fatti per stare in gabbia, sono nati liberi e quando volano liberi ti si riempie il cuore di gioia." - Le ali della libertà

sabato 15 settembre 2007

"Sa oghe"

A quasi un anno dalla sua scomparsa (17 Ottobre 2006), poco si è fatto per ricordare quella grande persona che è Andrea Parodi.


E’ passata in sordina, oltre i confini della Sardegna lo hanno saputo in pochi, ma quei pochi hanno provato a sollevare la voce per farsi lievemente sentire. Ci ha lasciati uno dei grandi interpreti musicali della scena sarda, uno che, insieme a Maria Carta, ha fatto conoscere le sonorità della nostra terra anche a coloro i quali non ne avevano mai avuto sentore. Un vasto percorso artistico, quello di Andrea Parodi, che spazia dall’esser stato la Voce dei Tazenda, alla sua avventura da solista, fino alle collaborazioni con De Andrè, Noa, Al Di Meola e Mauro Pagani.

Un’anima musicale che ha preferito “l’anonimato” di un percorso artistico di nicchia, piuttosto che le luci dei riflettori e la celebrità che lo aspettavano all’angolo. Cantando con i Tazenda è riuscito, nel 1991, grazie alla collaborazione con Pierangelo Bertoli, a vincere il premio per la critica con Spunta la luna dal monte/Disamparados durante il festival di Sanremo e subito dopo il premio Tenco per la stessa canzone; uno dei primi riconoscimenti pubblici a cui sono seguiti altri, fino alla sua decisione d’intraprendere la carriera da solista.

La notizia del tumore allo stomaco non gli ha impedito di fermarsi, anzi, dopo aver saputo di essere inoperabile si è dichiarato felice poichè, con l’operazione, avrebbero dovuto tagliare il diaframma, impedendogli di cantare ancora. Era diventato irriconoscibile per i capelli rasati - tutti se lo ricordavano con una lunga chioma e, negli ultimi anni, una folta barba quasi da asceta

Un amore sconfinato per la musica, per un’incredibile voce maschile che partiva dai toni del contralto per salire sempre più in alto sul pentagramma. Impensabile per la maggior parte dei cantanti maschili, raro nella storia della musica.


Io ricordo che "Disamparados" è la prima canzone che sapevo a memoria, già dall'asilo. Mio zio aveva fatto anche una cassetta dove la cantavo a squarciagola. Non credo che esista ancora però...purtroppo.

Per ricordarlo si potrebbe citare la sua versione inimitabile di "non potho reposare" ma sarebbe anche riduttivo. L'unico modo è di procurarsi la sua musica ed ascoltarsela ad occhi chiusi.

Riporto comunque le sue parole tratte da una delle sue ultime interviste:

Ciao Andrea, come stai? Tornare a cantare dopo tanti mesi è stato difficile. Sono in chemio da gennaio, quindi la voce è fuori allenamento. Sono come un giocatore che è rimasto fermo, ma mi dicono che da Costanzo ho cantato bene.
Come hai vissuto questi mesi? La notizia del primo tumore allo stomaco è stata una mazzata, ho subito pensato che avrei perso la voce perché operandomi mi avrebbero tagliato il diaframma. Invece sono stato giudicato inoperabile e in un certo senso è stato meglio così, almeno posso cantare. Dev’essere che qualcuno mi ha ascoltato...
Raccontami di questi nove anni senza Tazenda, perché vi siete sciolti? In effetti i Tazenda non si sono mai sciolti, da nove anni non lavoro più con loro e il motivo è che dopo i primi tre dischi non ero più soddisfatto. Troppi inquinamenti esterni e sentivo l’esigenza artistica di non chiudermi in un genere.
Quindi cosa è successo? Non ho più voluto andare in tv e cantare in playback, ho cominciato a girare per i più importanti festival del mondo... Io mi esprimo bene negli spettacoli dal vivo, sono un cantante emozionale, una mia canzone non è mai uguale da una sera all’altra: dipende da come mi sento.
Però domenica a Porto Torres c’è stata la grande reunion...Sì dopo tanti anni, quest’estate ci ritroviamo per almeno sei date, quattro in Sardegna e due sul continente. La prima è stata il 4 guigno a Porto Torres, dove sono nato.
Com’è andata?E’ stato bellissimo. C’era tantissima gente, ho sentito l’abbraccio del pubblico. Abbiamo suonato per due ore, ad un certo punto ho cominciato a sfogliare il libro delle canzoni dei Tazenda, e con voce e due chitarre ho riproposto dei frammenti di canzoni, anche a seconda delle richieste che venivano dal pubblico.
E con i tuoi colleghi? A metà concerto mi hanno fatto sedere e mi hanno cantato "La cura" di Battiato.
La grande popolarità ti manca? In realtà sto meglio di prima, il rischio quando sei famoso è di diventare un prodotto. Oggi ai miei concerti viene sempre molta gente, mi godo la famiglia e guadagno anche di più...
Dove hai trovato la tua ispirazione da solista?Ho viaggiato un po’ dappertutto, dalla Provenza alla Grecia, per conoscere altre realtà musicali e scoprire le melodie popolari del Mediterraneo. Poi, nel 2002, è uscito "Abacada", il mio primo album da solista.
Quando hai cominciato a cantare? Canto da quando sono nato...
Sei noto per cantare in sardo, di dove sei originario? Come ti dicevo, sono nato a Porto Torres. Ma mio padre era di Savona, figlio di pescatori, faceva il direttore di macchina sulle navi. Mia madre invece era sarda, molto attaccata alla terra, uno spirito un po’ selvaggio. Una stanza della casa era occupata dal cavallo, pensa che mio nonno è stato l’ultimo dei "pony express" che hanno lavorato in Sardegna.
La tua storia personale fra Liguria e Sardegna ricorda un po’ quella di De Andrè. L’hai conosciuto?Sì. Alla fine del’88 squilla il telefono, rispondo e sento "Sono De Andrè". "Sì e io sono Garibaldi...", mi è venuto da pensare. Invece era proprio lui. Era a Milano, mi ha invitato a cena e da lì è nata un’amicizia.
Come te lo ricordi? Tutti dicono che era un po’ orso, invece era una persona affabile. La prima volta che sono andato a casa sua era in cucina e mi ha accolto con queste parole: "Ciao, ho appena finito di preparare un minestrone alla genovese...". Ho sempre avuto molta stima di De Andrè, artisticamente negli ultimi anni era molto cresciuto.
Hai collaborato con lui per "Pitzinnos in sa gherra"Sì, però quando incontravo De Andrè si parlava di tutto, ma poco di lavoro.
E della collaborazione con Al Di Meola che mi dici?Mi ha notato lui mentre facevo il check sound prima di un concerto a Seui, in Sardegna, contro le scorie radioattive. Durante il concerto era in prima fila e, alla fine, mi ha detto: "Hai la voce più incredibile che abbia mai sentito, voglio fare qualcosda con te". (da quell’esperienza è nato lo spettacolo "Armentos" e il disco "Midsummernight in Sardinia", ndr).
I tuoi prossimi impegni? Ci sono i concerti con i Tazenda. Poi porterò avanti il mio spettacolo "Andrea Parodi, d’altro canto", ma per il momento non ho potuto fissare date per le mie condizioni di salute. Farò pochi concerti e, dal momento che sono anche un interprete, canterò anche brani di altri: come "Hotel Supramonte" di De Andrè.

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