Citazioni

"Non condivido ciò che dici, ma sarei disposto a dare la vita affinchè tu possa dirlo." - Voltaire

"[...] Io ho davanti a me un sogno, che i miei quattro figli piccoli vivranno un giorno in una nazione nella quale non saranno giudicati per il colore della loro pelle, ma per le qualità del loro carattere. Ho davanti a me un sogno, oggi! [...]" - Martin Luther King

"Alla fine ricorderemo non le parole dei nostri nemici, ma il silenzio dei nostri amici" - Martin Luther King

"Non vorrei mai far parte di un club che accetti tra i suoi membri uno come me" - Groucho Marx.

"Mai attribuire alla malizia ciò che si spiega adeguatamente con l'incompetenza" - Napoleone.

"Il mondo è pieno di cose ovvie che nessuno si prende mai la cura di osservare" - A.C.Doyle, "Il mastino dei Maskerville"

"Qualunque cosa deve essere resa la più semplice possibile, ma non di più" - Albert Einstein

"È proprio vero alcuni uccelli non sono fatti per stare in gabbia, sono nati liberi e quando volano liberi ti si riempie il cuore di gioia." - Le ali della libertà

mercoledì 30 luglio 2008

Non siamo nemici, ma amici. Non dobbiamo essere nemici. Anche se la passione può averci fatto vacillare non deve rompere i profondi legami del nostro affetto, le corde mistiche della memoria risuoneranno quando verranno toccate, come se a toccarle fossero i migliori angeli della nostra natura.
[American History X]

E io pensai a quella vecchia barzelletta...Sapete?
Quella dove uno va dallo psicoanalista e dice:
"Dottore, mio fratello è pazzo: crede di essere una gallina."
E il dottore gli dice:
"Perché non lo interna?"
E quello risponde:
"E poi a me le uova chi me le fa?".

Beh, credo che corrisponda molto a quello che penso io dei rapporti uomo/donna: e cioè che sono assolutamente irrazionali, e pazzi ed assurdi...Ma credo che continuino perché la maggior parte di noi ha bisogno di uova."

domenica 27 luglio 2008

Ladri di biciclette


Una mattina fortunata Antonio, a differenza di altri disperati, trova un lavoro come attacchino comunale, ma per lavorare ha bisogno di una bici che proprio poco tempo prima aveva impegnato al Monte di Pietà.

Sua moglie Maria, donna pratica, decide di impegnare le lenzuola per riscattarla.

Ma la crudele realtà dell'epoca, si diletta a torturare il povero attacchino che si trova durante il primo giorno di lavoro derubato del suo unico mezzo di sostentamento.

L'uomo si ritroverà insieme al figlio in una frenetica e disperata ricerca del ladro e della sua bici, imbattendosi nell'indifferenza, nell'omertà e nell'ipocrisia di un mondo allo sfascio.

Sull'orlo della rovina, Antonio ricci deciderà di rischiare tutto trasformandosi egli stesso da vittima a carnefice, rubando una bicicletta momentaneamente incustodita, ma sarà subito placcato dalla folla che avrà pietà di lui grazie al pianto disperato del figlio.


Pietra miliare della storia del cinema, Ladri di biciclette è un termine di riferimento con cui possiamo paragonare la realtà di oggi con quella del 1948.

E’ cambiato davvero qualcosa in Italia in questi 59 anni?

Possiamo trovare qualche similitudine tra la Roma di De Sica e quella di oggi?

Sicuramente un paese ancora allo sbando in cui ognuno di noi come Antonio Ricci, prova a ribellarsi inutilmente all’assurdità della vita… ma con una sola differenza dall’Italia di allora: nella pellicola neorealista emerge quel calore umano di cui oggi conserviamo solo un vago ricordo.

Siamo ed eravamo ladri di biciclette derubati della nostra dignità umana.

mercoledì 23 luglio 2008

La solitudine dei numeri primi

In questi giorni sto leggendo "La solitudine dei numeri primi".

Era dai tempi de "Il mondo di Sofia" che non leggevo così avidamente un libro. E pensare che l'ho comprato perchè avrei dovuto passare delle ore in aereporto fra una settimana...mi sa che fra una settimana non ci rimane nulla da leggere, nonostante stia leggendo solo la notte, tra quando rientro e prima di andare a dormire.
Torno alle 2 di notte...e resto fino alle 3/4 a leggere. Sono belle sensazioni!!

Di questo libro ne avevo già sentito parlare mesi fa, quando era stato invitato come ospite dalla Dandini a "Parla con me", e già ero intenzionato a farlo mio. Inoltre qualche tempo fa ha vinto anche il premio Strega...

Sarà che lo scrittore è un fisico (anche se teorico), però sono completamente assuefatto da questo libro. E ne ho letto solo un'ottantina di pagine.

Comunque non fatevi ingannare dal titolo di studio dell'autore e dal titolo del romanzo: la matematica non c'entra nulla, apparte la bella metafora utilizzata:

“I numeri primi sono divisibile soltanto per 1 e per se stessi. Se ne stanno al loro posto nell’infinita serie dei numeri naturali, schiacciati come tutti fra due, ma un passo in là rispetto agli altri. Sono numeri sospettosi e solitari e per questo Mattia li trovava meravigliosi. Certe volte pensava che in quella sequenza ci fossero finiti per sbaglio, che vi fossero rimasti intrappolati come perline infilate in una collana. Altre volte, invece, sospettava che anche a loro sarebbe piaciuto essere come tutti, solo dei numeri qualunque, ma che per qualche motivo non ne fossero capaci. In un corso del primo anno Mattia aveva studiato che tra i numeri primi ce ne sono alcuni ancora poù speciali. I matematici li chiamano "primi gemelli". […]Mattia pensava che lui e Alice erano così, due primi gemelli, soli e perduti, vicini ma non abbastanza per sfiorarsi davvero”.

Quando avrò finito di leggerlo, vi potrò fare una recensione più accurata.

Intanto, se volete leggere il primo capitolo del libro, cliccate qui. Buona lettura!

mercoledì 16 luglio 2008

L’elefante

Sei ragazzi, ciechi dalla nascita, stavano lavando l’elefante del padre. Quello che lavava la coda concluse che l’ elefante somigliava a una corda. Un altro che lavava le gambe disse che l’elefante era simile a quattro colonne. Il terzo figlio precisò: ”Siete entrambi in errore. L’elefante è simile a due ventagli che oscillano avanti e indietro”. Aveva lavato le orecchie. Un altro osservò :”Niente affatto! L’elefante è simile a un muro massiccio”. Questi aveva lavato i fianchi dell’animale. Il quinto figlio, che aveva lavato le zanne, era convinto che l’elefante fosse un paio d’ossa. Alla fine, l’ultimo dei ragazzi ciechi disse: “Devo proprio dirvi che siete tutti in errore. L’elefante è simile a un grosso serpente”. Lui aveva lavato la proboscide. La discussione dei ragazzi continuò animatamente, certo com’era ciascuno di sapere la verità sull’ elefante. Il padre vide i figli che litigavano e ne domandò il motivo. Dopo averglielo spiegato, chiesero il suo giudizio: “Chi di noi ha ragione?” Il padre rispose: “Miei cari figlioli, avete tutti ragione e tutti torto. L’ elefante è simile non ad una, ma a tutte le varie cose che avete descritto. Non avete tenuto conto che ciascuna di esse è soltanto una parte dell’ elefante intero”.

Sri Daya Mata, in “Soltanto amore

martedì 15 luglio 2008

Festa della Sardegna


Forse non tutti sanno che faccio parte dell'associazione Sarda "G.Deledda" di Pisa. E forse non tutti sanno che ogni anno questa associazione ha un appuntamento fisso (da ormai 10 anni) nell'estate, nella provincia di Pisa (prima Asciano e attualmente Uliveto Terme).

La manifestazione della "festa della Sardegna" costituisce l'apice delle attività dell'associazione, coinvolgendo un numero elevatissimo di volontari, soci e simpatizzanti, accogliendo ogni anno oltre diecimila visitatori, fra coloro che si avvicinano per la prima volta alle tradizioni isolane e veri e propri amanti dell'Isola.

Tutte le sere ristorazione tipica sarda (che dire sublime è poco), degustazione di vini sardi, bar, birreria, prodotti e artigianato sardo.

Personalmente sono particolarmente orgoglioso di far parte di questa Associazione per il semplice fatto che nell'arco di una serata vedi una notevole quantità di facce felici e sorridenti particolarmente contagiose, nonostante si lavori come dei matti per poter reggere il notevole afflusso di persone giornaliero. E la cosa più sorprendente è che siamo tutti volontari (circa 200 persone), dai giovanissimi ai meno giovani, che danno l'anima per la buona riuscita della festa.

Quest'anno, poi, è andata particolarmente bene. Abbiamo avuto infiniti complimenti per l'organizzazione, lodi ai cuochi (perfino su internet, ho visto), che non possono fare altro che farci proseguire per questa strada.


Momento particolare della serata è quando poi i vari volontari, finito il proprio compito, si riuniscono per mangiare e chiacchierare tutti assieme. È un momento indescrivibile, ve lo posso assicurare. Una tavolata di persone, stanche dal lavoro, ma sempre pronte a strapparti un sorriso.

Se non fossero bastate le 10 giornate euforiche della festa, l'11° giorno di organizza una serata dedicata completamente a noi soci, in cui ci riuniamo per mangiare (ovviamente) e per i ringraziamenti doverosi a tutti i volontari con annessa la premiazione esilarante.
Casualità ha voluto che quest'ultima coincidesse con il mio 23° compleanno. Non penso di essere tanto capace da riuscire a descrivere ciò che ho provato ieri sera: un affetto sincero di tantissime persone che mi hanno fatto ritrovare una serenità che da un pò di tempo avevo perso.
Basti pensare che la persona con cui ho lavorato per questa decina di giorni, ma sconosciuta fino ad un paio di settimane fa, mi ha fatto una sorpresona, preparandomi per me una torta. Sono rimasto senza parole...
Grazie ancora Diana.

Questo era giusto un esempio dell'ambiente festivo che avvolge i volontari della festa.

Spero che anche voi lettori, possiate un anno di questi passare a farci visita e così far felici noi e soprattutto far felici tante persone cui riceveranno i soldi che l'associazione ogni anno devolve in beneficenza.

Grazie a TUTTI!!

(Rileggendo quel che ho scritto...mi sembra di aver parlato in maniera molto formale..ma fa nulla...spero che invece si capisca la mia gioia!!)




venerdì 11 luglio 2008