Citazioni

"Non condivido ciò che dici, ma sarei disposto a dare la vita affinchè tu possa dirlo." - Voltaire

"[...] Io ho davanti a me un sogno, che i miei quattro figli piccoli vivranno un giorno in una nazione nella quale non saranno giudicati per il colore della loro pelle, ma per le qualità del loro carattere. Ho davanti a me un sogno, oggi! [...]" - Martin Luther King

"Alla fine ricorderemo non le parole dei nostri nemici, ma il silenzio dei nostri amici" - Martin Luther King

"Non vorrei mai far parte di un club che accetti tra i suoi membri uno come me" - Groucho Marx.

"Mai attribuire alla malizia ciò che si spiega adeguatamente con l'incompetenza" - Napoleone.

"Il mondo è pieno di cose ovvie che nessuno si prende mai la cura di osservare" - A.C.Doyle, "Il mastino dei Maskerville"

"Qualunque cosa deve essere resa la più semplice possibile, ma non di più" - Albert Einstein

"È proprio vero alcuni uccelli non sono fatti per stare in gabbia, sono nati liberi e quando volano liberi ti si riempie il cuore di gioia." - Le ali della libertà

giovedì 31 gennaio 2008

"Addomesticami, Piccolo Principe!"

In quel momento apparve la volpe.

"Buon giorno", disse la volpe.

"Buon giorno", rispose gentilmente il principe, voltandosi, ma non vide nessuno.

"Sono qui", disse la voce, "sotto il melo.."

"Chi sei", domandò il piccolo principe. "Sei molto carino.."

"Sono una volpe", disse la volpe.

"Vieni a giocare con me", le propose il piccolo principe, "sono così triste.."

"Non posso giocare con te", disse la volpe, "non sono addomesticata."

"Ah! scusa", fece il piccolo principe.

Ma dopo un momento di riflessione soggiunse:

"Che cosa vuol dire, 'addomesticare'?"

"Non sei di queste parti, tu", disse la volpe, "che cosa cerchi?"

"Cerco gli uomini", disse il piccolo principe. "Che cosa vuol dire 'addomesticare'?"

"Gli uomini", disse la volpe, "hanno dei fucili e cacciano. È molto noioso! Allevano anche delle galline. È il loro solo interesse. Tu cerchi delle galline?"

"No", disse il piccolo principe. "Cerco degli amici. Che cosa vuol dire 'addomesticare'?"

"È una cosa da molto dimenticata. vuol dire 'creare dei legami'.."

"Creare dei legami?"

"Certo", disse la volpe. "Tu, fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l'uno dell'altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo."

"Comincio a capire", disse il piccolo principe. "C'è un fiore.. credo che mi abbia addomesticato.."

"È possibile", disse la volpe. "Capita di tutto, sulla Terra.."

"Oh! non è sulla Terra", disse il piccolo principe.

La volpe sembrò perplessa.

"Su un altro pianeta?"

"."

"Ci sono dei cacciatori su questo pianeta?"

"No."

"Questo mi interessa! E delle galline?"

"No."

"Non c'è niente di perfetto", sospirò la volpe.

Ma la volpe ritornò alla sua idea:

"La mia vita è monotona. Io do la caccia alle galline, e gli uomini danno la caccia a me. Tutte le galline si assomigliano, e tutti gli uomini si assomigliano. E io mi annoio perciò. Ma se tu mi addomestichi, la mia vita sarà come illuminata. Conoscerò un rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi faranno nascondere sotto terra. Il tuo, mi farà uscire dalla tana, come una musica. E poi, guarda! Vedi, laggiù, in fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane, e il grano, per me, è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste! Ma tu hai dei capelli color dell'oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticata. Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano.."

La volpe tacque e guardò a lungo il piccolo principe:

"Per favore.. addomesticami", disse.

"Volentieri", rispose il piccolo principe, "ma non ho molto tempo, però. Ho da scoprire degli amici, e da conoscere molte cose."

"Non si conoscono che le cose che si addomesticano", disse la volpe. "Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico, addomesticami!"

"Che bisogna fare?", domandò il piccolo principe.

"Bisogna essere molto pazienti", rispose la volpe. "In principio tu ti siederai un po' lontano da me, così, nell'erba. Io ti guarderò con la coda dell'occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po' più vicino.."

Il piccolo principe ritornò l'indomani.

"Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora", disse la volpe. "Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell'ora aumenterà la mia felicità. Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore.. Ci vogliono i riti."

"Che cos'è un rito?", disse il piccolo principe.

"Anche questa è una cosa da tempo dimenticata", disse la volpe. "È quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un'ora dalle altre ore. C'è un rito, per esempio, presso i miei cacciatori. Il giovedì ballano con le ragazze del villaggio. Allora il giovedì è un giorno meraviglioso! Io mi spingo sino alla vigna. Se i cacciatori ballassero in un giorno qualsiasi, i giorni si assomiglierebbero tutti, e non avrei mai vacanza."

Così il piccolo principe addomesticò la volpe. E quando l'ora della partenza fu vicina:

"Ah!", disse la volpe, "piangerò.."

"La colpa è tua", disse il piccolo principe, "io non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi.."

"È vero", disse la volpe.

"Ma piangerai!", disse il piccolo principe.

"È certo", disse la volpe.

"Ma allora che ci guadagni?"

"Ci guadagno", disse la volpe, "il colore del grano."

Poi soggiunse:

"Va' a rivedere le rose. Capirai che la tua è unica al mondo. Quando ritornerai a dirmi addio, ti regalerò un segreto."

Il piccolo principe se ne andò a rivedere le rose.

"Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora niente", disse. "Nessuno vi ha addomesticato, e voi non avete addomesticato nessuno. Voi siete come era la mia volpe. Non era che una volpe uguale a centomila altre. Ma ne ho fatto il mio amico, ed ora è per me unica al mondo."

E le rose erano a disagio.

"Voi siete belle, ma siete vuote", disse ancora. "Non si può morire per voi. Certamente, un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli, ma lei, lei sola, è più importante di tutte voi, perchè è lei che io ho innaffiata. Perchè e lei che ho riparata col paravento. Perchè su di lei ho uccisi i bruchi (salvo i due o tre per le farfalle). Perchè è lei che ho ascoltato lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere. Perchè è la mia rosa."

E ritornò dalla volpe.

"Addio", disse.

"Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi."

"L'essenziale è invisibile agli occhi", ripetè il piccolo principe per ricordarselo.

"È il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante."

"È il tempo che ho perduto per la mia rosa..", sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.

"Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa.."

"Io sono responsabile della mia rosa..", ripetè il piccolo principe per ricordarselo.


dal capitolo XXI de "Il piccolo principe" di Saint-Exupery

martedì 29 gennaio 2008

M’ILLUMINO DI MENO 2008

M’ILLUMINO DI MENO 2008

Giornata Internazionale del Risparmio Energetico

Per il quarto anno consecutivo Caterpillar, programma di Radio2, lancia per il 15 febbraio 2008 "M'illumino di meno", una grande giornata di mobilitazione internazionale in nome del risparmio energetico.

Dopo il successo delle passate edizioni, Cirri e Solibello, i conduttori di Caterpillar, chiederanno nuovamente ai loro ascoltatori di dimostrare come il risparmio sia una possibilità concreta e reale a cui attingere oggi stesso per superare i problemi energetici che assillano il nostro paese e gran parte delle nazioni del pianeta. L'invito rivolto a tutti è quello di spegnere le luci e tutti i dispositivi elettrici non indispensabili il 15 febbraio 2008 dalle ore 18. Semplici cittadini, scuole, aziende, musei, gruppi multinazionali, astrofili, società sportive, gruppi scout, istituzioni, associazioni di volontariato, università, cral aziendali, ristoranti, negozianti e artigiani uniti per diminuire i consumi in eccesso e mostrare all'opinione pubblica come un altro utilizzo dell'energia sia possibile.

Nelle precedenti edizioni "M'illumino di meno" ha contagiato milioni di persone impegnate in un'allegra e coinvolgente gara etica di buone pratiche ambientali. Lo scorso anno il "silenzio energetico" coinvolse simbolicamente le piazze principali di tutt'Italia: a Roma si spensero il Colosseo, il Pantheon, la Fontana di Trevi, il Palazzo del Quirinale, Montecitorio e Palazzo Madama, a Verona l'Arena, a Torino la Basilica di Superga, a Venezia Piazza San Marco, a Firenze Palazzo Vecchio, a Napoli il Maschio Angioino, a bologna Piazza Maggiore, a Milano il Duomo e Piazza della Scala, a Pisa Piazza dei Miracoli, a Siena Piazza del Campo, a Catania Piazza del Duomo, ad Agrigento la Valle dei Templi, e centinaia di altre piazze in centinaia di altri comuni grandi e piccoli, grazie al prezioso aiuto dell’ ANCI, l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani.

La campagna di "M'illumino di meno 2008" inizierà il 15 gennaio e si protrarrà per un mese fino al 15 febbraio (vigilia dell'anniversario dell'entrata in vigore del protocollo di Kyoto), dando voce al racconto delle idee più interessanti e innovative, in Italia e all'estero, per razionalizzare i consumi d'energia e di risorse, dai piccoli gesti quotidiani agli accorgimenti tecnici che ognuno può declinare a proprio modo per tagliare gli sprechi.


sabato 26 gennaio 2008

Il cammello e il dromedario

In un deserto un giorno s'incontrarono,
senza volerlo per caso si guardarono,
un dromedario ricco, ed un cammello povero.
Si salutarono, si oltrepassarono,
poi si fermarono, ci ripensarono,
e ritornarono, si riguardarono, e il dromedario disse così:

Bè, perchè, tu ci hai due gobbe ed io ne ho solo una perchè?
Mi guardi imbambolato dalla duna perchè,
continui a masticare e non rispondi, dammena una,
se me la vendi una fortuna ti darò!

Ed il cammello essendo bisognevole,
per un momento si dimostrò arrendevole,
poi si guardò le gobbe, con occhio lacrimevole.
E allor ci ripensò, e se le riguardò,
la testa dondolò, e poi la sollevò, lo sguardo corrucciò,
e il petto si gonfiò, e al dromedario disse così:

Sai che c'è, io resto con due gobbe e tu con una perchè,
non me ne importa della tua fortuna perchè,
son povero ma bello e nerboruto,
e dalla duna io ti saluto e con due gobbe me ne vò!

La, la, la... Così si riconferma che il cammello è bigobbuto,
e il dromedario monogobba resterà!

giovedì 24 gennaio 2008

Kentwell Manor

Mi ricordo quando sono andato a visitare il castello Tudor nel 2000.
Non è stato come far visita ad un castello qualunque...ma è stata un'esperienza unica per via della particolarissima "confezione" con cui ti era presentato.

La particolarità stava nel fatto che il castello era "abitato" da oltre 150 attori, che vivevano come 400 anni fa.
Si potevano vedere persone che facevano il formaggio dal latte ti avevano appena munto davanti agli occhi. Vedevi gente che filava la lana e che creava delle misture di piante per colorare i propri tessuti...o ancora potevi vedere genitori che facevano giocare bambini con i giochi dell'epoca, con ruote, dadi...
Ti tanto in tanto c'erano anche delle scene in grande stile, come la rivolta dei contadini che sono andati a protestare con il re per il poco cibo...
Gente che coltivava i campi...gente che si allenava con gli archi...gente in cucina che cucina improbabili brodini che poi realmente avrebbero mangiato, non potevano fregare...era tutto davanti ai tuoi occhi...tutto condito con discussioni di ogni genere...o forse è meglio dire pettegolezzi...eheh

Un'altra cosa meravigliosa è il "turista" poteva rivolgere domande agli attori sul lavoro che stavano eseguendo. Mi ricordo che avevamo fatto un paio di domande ad una donna che stava tessendo della lana: come mai tutti portassero legato ai pantaloni una coda di volpe e come facessero creare le misture di colore blu per i vestiti.

La prima risposta era che avendo la coda, le pulci sarebbero andate sulla coda, e non sui capelli delle persone. La seconda risposta era semplicemente una pianta che si trovava nella zona e che veniva pestata fino a creare un composto che messo nell'acqua con la lana...l'avrebbe tinta...

MERAVIGLIOSO!!! Soprattutto per me che amo i castelli e il periodo medioevale (anche se in questo caso parliamo di tardissimo medioevo).
Non dimenticherò mai quella giornata.

Un grazie ad Nuvole67 che mi suggerì l'idea di questo Manor, nel suo programma di visita...



lunedì 21 gennaio 2008

Venite a vedere

Venite a vedere il sangue in strada a Madrid
Erano tanti, gente comune
La pura e semplice umanità
Che cominciava un altro giorno qualunque
Giorni di sogni di lavoro e speranze
Senza sapere che la volontà assassina di qualche mercante
Avesse deciso che finisse là
Avesse deciso che doveva finir là

Venite a vedere il sangue in strada a Madrid
Assassini controllate
Che se pur forte ci avete colpiti
Di sicuro non otterete guadagno

Venite a vedere i libri e gli appunti
le cose rimaste sparse tra il sangue
venite a vedere il giorno di dolore
di questo paese che ha cercato la pace
di questo paese che vuole la pace

Venite a vedere il sangue in strada a Madrid
E la sua gente che si è data da fare
Con gli aiuti pronti a lavorare
Stretti forte in un abbraccio comune

Scrivo queste righe piene di dolore
Mentre ascolto alla televisione
E penso alle aule nelle scuole vuote
alle famiglie perse nel terrore
le loro case piene di dolore

Venite a vedere il sangue in strada a Bagdad
tra le macerie ignorate dal mondo
che con la follia dei suoi governatnti
è solo riuscito a portare l'orrore

Venite a vedere le pozze di sangue
inginocchiatevi e bagnate le mani
e con questo gesto carico di dolore
scrivete sui muri che vogliamo la pace
andate scrivete la parola Pace.
Questa canzone, scritta da Cisco, riprende alcune parole di una poesia di Pablo Neruda.

Come baciare appassionatamente

domenica 20 gennaio 2008

Illusione ottica


Tutti i pallini colorati che scorrono (cliccate sull'immagine per averla in movimento) sono viola, vero?
Provate però a fissare la croce nera al centro....ma come...i pallini non sono più viola?

lunedì 14 gennaio 2008

Rifiuti in Sardegna

Cariche della polizia contro i manifestanti sardi che non vogliono l'attracco a Cagliari della nave con 500 tonnellate di spazzatura.

Personalmente trovo sbagliato ciò che stanno facendo i manifestanti, che credo di fare un piacere alla terra sarda evitando di far arrivare la spazzatura dalla Campania. Forse non sanno che in Sardegna ci sono i cosiddetti termovalorizzatori, e che quindi quei rifiuti non andranno a finire sotto le loro case, ma oltre a produrre energia, la regione prenderà un sacco di soldi per essersi presa i rifiuti campani e potrà investirli in qualcosa di buono.
Infatti metà delle regioni italiane (11 per la precisione) sono disposte ad accogliere i rifiuti campani, inoltre anche la Germania ha dato la propria disponibilità a ricevere i rifiuti.

Se quindi i manifestanti si informassero prima di "andar a far caciara" giusto per il gusto di farla e per far sembrare che loro tengano alla propria terra, sarebbe tanto di guadagnato...

venerdì 11 gennaio 2008

Amicizia tra cani e gatti

Il migliore amico di Oscar, un cagnolino di 18 mesi, era il gatto Arthur. La notte condividevano la stessa cuccia, e di giorno erano persino alleati nello "scalare" il divano: uno faceva da supporto all'altro. Così quando Arthur è morto, Oscar non si è rassegnato all'idea di non poter più rivedere il suo compagno di giochi. E' riuscito a fiutare il punto esatto in cui il gatto era stato sepolto, nel giardino di casa, ha scavato una buca, e, una volta afferrato con i denti il corpo dell'animale, lo ha trascinato di nuovo con sé nella cuccia.

"Quei due erano davvero inseparabili - raccontano i padroni, il 73enne Robert Bell e Mavis, che vivono a Wigan, in provincia di Manchester - Arthur era così grande che si sistemava sotto al divano, per permettere ad Oscar di salirci sopra. Quando il gatto è morto, Oscar ci ha osservati tutto il tempo mentre abbiamo scavato una piccola fossa in giardino". Poco dopo quel funerale, una notte, è uscito di casa utilizzando le piccola finestra che i padroni avevano fatto montare sulla parte inferiore della porta, e ha iniziato a scavare proprio nel punto in cui si trovava Arthur. Una volta riesumata la salma, lo ha trascinato con sé nella cuccia. Prima di mettersi a dormire, però, ha voluto ripulire il suo amico dalla terra, leccandolo con cura.

"Era di nuovo tornato bianco, il colore del suo pelo", ricordano con commozione i padroni, che si sono trovati di fronte alla scena dei due animali rannicchiati insieme, la mattina successiva. Superato il comprensibile stupore iniziale, la coppia ha scavato un'altra buca, stavolta più profonda. Per cercare di compensare questa seconda separazione dal suo amico, hanno adottato Limpet, un altro gatto, che sta gradualmente diventando il nuovo compagno di giochi di Oscar.

Fonte: La Repubblica

martedì 1 gennaio 2008

Inno alla gioia

Ha lasciato il calvario e il sudario
Ha lasciato la croce e la pena
Si è levato il sonno di dosso e adesso per sempre per sempre è con noi

Se il Padre eterno l’aveva abbandonato
Ora i paesani se l’hanno accompagnato
Che grande festa poterselo abbracciare
Che grande festa portarselo a mangiare

Ha raggi sulla schiena irradia gio-gio-ia
Le dita tese indicano gio-gio-ia
Esplodono le mani per la gio-gio-ia
Si butta in braccio a tutti per la gio-gio-ia

E’ pazzo di gioia,
è un uomo vivo

Si butta di lato, non sa dove andare
Perchè è pazzo di gioia
è un uomo vivo

Di spalla in spalla di botta in botta le sbandate gli fanno la rotta

Alziamolo di peso gioventù, facciamolo saltar
Fino a che arrivi in cima, fino al ciel, fino a che veda il mar
Fino a che vita, che bellezza è la vita
mai dovrebbe finir


Barcolla, traballa sul dorso della folla
Si butta, si leva, al cielo si solleva
Con le tre dita la via pare indicare
Nemmeno lui nemmeno lui sa dove andare
Barcolla, traballa al cielo si solleva
Con le tre dita tre vie pare indicare

Perché è pazzo di gioia,
è l’uomo vivo

Si butta di lato, non sa dove andare
Di corsa a spasso va senza ritegno
Va il Cristo di legno

Non crede ai suoi occhi, non crede alle orecchie
Nemmeno il tempo di resuscitare, subito l’hanno portato a mangiare

Ha raggi sulla schiena irradia gio-gio-ia
Si accalcano di sotto per la gio-gio-ia
Esplodono le mani per la gio-gio-ia
Lo coprono i garofani di gio-gio-ia
Gioia gioia gioia viva per lui
Gioia gioia gioia viva per lui
Gioia gioia gioia viva per lui
Di la, no, di qua, di la, di qua , no gioia gioia gioia

È PAZZO DI GIOIA
È UN UOMO VIVO

Esplode la notte in un battimano
Per il Cristo di legno
Che Cristo com'era è tornato cristiano


Barcolla, traballa, sul dorso della folla

Fino a che arrivi in cima, fino al ciel, fino a che veda il mar
Fino a che vita, che bellezza è la vita mai dovrebbe finir
Gioia gioia gioia gioia gioia gioia

Vinicio Capossela

Ho ancora la schiena paralizzata da quanto ho ballato... :)