Citazioni

"Non condivido ciò che dici, ma sarei disposto a dare la vita affinchè tu possa dirlo." - Voltaire

"[...] Io ho davanti a me un sogno, che i miei quattro figli piccoli vivranno un giorno in una nazione nella quale non saranno giudicati per il colore della loro pelle, ma per le qualità del loro carattere. Ho davanti a me un sogno, oggi! [...]" - Martin Luther King

"Alla fine ricorderemo non le parole dei nostri nemici, ma il silenzio dei nostri amici" - Martin Luther King

"Non vorrei mai far parte di un club che accetti tra i suoi membri uno come me" - Groucho Marx.

"Mai attribuire alla malizia ciò che si spiega adeguatamente con l'incompetenza" - Napoleone.

"Il mondo è pieno di cose ovvie che nessuno si prende mai la cura di osservare" - A.C.Doyle, "Il mastino dei Maskerville"

"Qualunque cosa deve essere resa la più semplice possibile, ma non di più" - Albert Einstein

"È proprio vero alcuni uccelli non sono fatti per stare in gabbia, sono nati liberi e quando volano liberi ti si riempie il cuore di gioia." - Le ali della libertà

domenica 25 novembre 2007

Charles Baudelaire, un bellissimo ricordo

La settimana scorsa ho ritrovato grazie a internet un'amica persa di vista da quasi vent'anni...
Ci siamo parlate per telefono ma lei sta in Francia e io in Inghilterra, pero che bella la tecnologia, che bello internet!
Eravamo insieme al liceo, e per tre anni siamo state sempre insieme, non solo noi due, veramente eravamo un gruppo di cinque ragazze, (tre sagittarie, una leone e una ariete mi ricordo, tutte e cinque segni di fuoco secondo l'astrologia!!), appena avevamo un ora libera, per pranzo, o durante il giorno, andavamo al bar dove si chiacherava in terrazza, o dentro al buio d'inverno....E poi con Catherine, l'amica che ho ritrovato adesso, ci scambiavamo libri, Philippe Sollers, Pearl Buck, Jean Anouilh, e si studiava Baudelaire...
Baudelaire mi e piaciuto subito, lo leggevo spesso, (e ad alta voce!), avevo letto tante volte "Il tradimento di San Pietro" che lo sapevo a memoria, e lo spleen di Parigi e stato vicino al mio letto per tanti anni! Infatti, aver ripreso contatto con Catherine mi porta tanta nostalgia di questo periodo, e voglia di rileggere Baudelaire. Che peccato, il libro ce l'ho in Francia! Pero mi ha salvato Internet.....
Ecco uno dei miei pezzi preferiti, tratto da "Lo Spleen di Parigi":
XLIII • IL TIRATORE GALANTE

Mentre la carrozza attraversava il bosco, egli la fece fermare nei pressi di un tiro a segno, dicendo che gli sarebbe piaciuto sparare qualche colpo per ammazzare il Tempo.
Ammazzare quel mostro non è forse l'occupazione più ordinaria e più legittima di ognuno?
Offrì galantemente la mano alla sua cara, deliziosa ed esecrabile donna, a quella misteriosa donna alla quale deve tanti piaceri, tanti dolori e forse anche gran parte del suo genio.
Parecchi proiettili colpirono lontano dal bersaglio prescelto; uno di essi andò a conficcarsi addirittura nella tettoia; e dato che l'affascinante creatura se la rideva pazzamente prendendo in giro l'imperizia del suo sposo, questo si girò bruscamente verso di lei e le disse:
«Guarda quella bambola, laggiù a destra, col naso in aria e la faccia così arrogante. Ebbene, Angelo mio, faccio come se quella fossi tu!». Chiuse gli occhi e premette il grilletto. La bambola fu decapitata di netto.
Allora, inchinandosi verso la sua cara, la sua deliziosa, la sua esecrabile moglie, la sua inevitabile e inesorabile Musa, e baciandole rispettosamente la mano, soggiunse: «Ah, angelo mio, come ti ringrazio della mia bravura!».

giovedì 22 novembre 2007

Sì al topless in piscina

"Le donne svedesi lottano per fare il bagno nelle piscine pubbliche a seno nudo. Per rivendicare questo, che loro definiscono un diritto, hanno fatto causa alle piscine coperte che glielo impediscono e si sono presentate in topless in diverse strutture del paese."

Prendo spunto da quest'articolo di giornale per parlare di divieti insensati.
Premetto che non parlo di questo argomento solo perché sono un maschio e voglio che le donne vadano in giro a petto nudo per mia gioia... ( :P ) ma perché vedo il divieto in questione come un'altra stupida diversità tra i due sessi. Anche noi uomini abbiamo i capezzoli, ma non mi sembra che nessuno ci obblighi a portare un due pezzi per regolamento.

Tutta questa bigotteria mi da la nausea. Non è possibile il negare ad una persona di essere al naturale. Per quale motivo deve essere vietata una cosa del genere? Per paura di uomini pervertiti?

Dato che il pubblico del presente blog per ora è strettamente femminile mi immagino siate concordi e solidali con le femministe svedesi....o no?


Vanno
vengono
ogni tanto si fermano
e quando si fermano
sono nere come il corvo
sembra che ti guardano con malocchio

Certe volte sono bianche
e corrono
e prendono la forma dell’airone
o della pecora
o di qualche altra bestia
ma questo lo vedono meglio i bambini
che giocano a corrergli dietro per tanti metri

Certe volte ti avvisano con rumore
prima di arrivare
e la terra si trema
e gli animali si stanno zitti
certe volte ti avvisano con rumore

Vanno
vengono
ritornano
e magari si fermano tanti giorni
che non vedi più il sole e le stelle
e ti sembra di non conoscere più
il posto dove stai

Vanno
vengono
per una vera
mille sono finte
e si mettono li tra noi e il cielo
per lasciarci soltanto una voglia di pioggia.

martedì 20 novembre 2007

Vi racconto una barzelletta...

I Savoia chiedono 260 milioni di euro allo Stato italiano come risarcimento per i danni morali subìti in 54 anni di esilio: 170 milioni li vuole Vittorio Emanuele; 90 suo figlio Emanuele Filiberto. Ma non è tutto: oltre agli interessi sulle somme richieste, i Savoia vogliono anche la restituzione dei beni confiscati dallo Stato al momento della nascita della Repubblica Italiana.

Ahahahah

Adesso facciamogli una pernacchia tutti assieme...

mercoledì 14 novembre 2007

Earthrise & Earthset


Video

Il video è stata ripreso da una telecamera HDTV posta a bordo della sonda Kaguya lanciata lo scorso settembre dalla Japan Aerospace eXploration Agency.

La telecamera HDTV è stata sviluppata dalla televisione di stato giapponese, ed ha prodotto la prima sequenza di immagini HDTV della Terra da una distanza di circa 110.000 Km. Prima d'ora, le uniche immagini televisive del nostro pianeta arrivavano dallo Shuttle o dalla Stazione Spaziale Internazionale, da una distanza comunque inferiore ai 650Km.

Fa paura quanto sia cresciuta la tecnologia in poco più di un secolo!!

L' indifferenza

Questo e un articolo tratto da Pianeta Verde:

Cane morto in nome dell’arte

Un cane legato a una parete e lasciato morire di stenti. Anche questa è arte? Secondo Guillelmo Vargas, meglio conosciuto come Habacuc, sì. L’artista per rappresentare l’indifferenza umana non ha usato pennelli e tela. Ma ha raccolto un cucciolo randagio da quartiere povero di Managua, in Costa Rica, lo ha collocato in una sala bianca, incatenato a debita distanza dai “cibi artistici” : croccantini disposti in modo tale da formare una scritta: “Eres lo que lees”. (Siete ciò che leggete).
Per fare in modo che non si creino più opere di questo genere un gruppo di intellettuali dei paesi coinvolti nella vicenda ha lanciato una raccolta di firme sul sito petitiononline.com per impedire la partecipazione di Habacuc Vargas all’edizione 2008 della Binennale Centroamericana. Un piccolo gesto fatto nella speranza che in futuro nessun altro essere vivente debba essere sacrificato in nome di una “buona causa” ( tratto da Tiscali animali)
… se esistono limiti alla stupidità umana fatemelo sapere. E non parlo dell’artista , lui merita un capitolo a parte , ma di chi gli ha concesso di compiere una simile atrocità.


Ho trovato questo articolo mentre stavo cercando informazioni su un altro argomento. Da quando ho letto questo articolo non riesco a pensare ad altro....Ma com'e possibile che nessuno abbia avuto nessuna reazione ? Io provo solo disgusto e rabbia contro quest'uomo, e gli auguro di tutto cuore una morte lenta e dolorosa.

martedì 13 novembre 2007

Think

"Se pensi ad una cosa alle tre del mattino e poi ci ripensi l'indomani a mezzogiorno, arrivi a conclusioni diverse." Peanuts

Questa frase è perfetta per adesso.
Sono giorni che penso e ripenso ad una cosa...ma ogni volta che ci ripenso arrivo a risultati diversi...

venerdì 9 novembre 2007

Il colmo

Oggi ho fatto ripetizioni di matematica ad un ragazzo per 2 ore.
Il ragazzo si è anche meravigliato di esserci stato 2 ore...

Paga le 2 ore e se ne va.
Io passo nell'altra stanza e guardo l'altro orologio.....sono passate 3 ore e non 2!!
Ho contato male (l'orologio in cucina segna ancora l'ora solare).

Ma tornerà....

Quale senso potrà mai avere?

Questa è la foto di una piscina. E' lunga un chilometro e per riempirla è stato costruito un dispositivo che utilizza l'acqua oceanica.
PERCHÈ farla, se l'oceano è a 4 metri di distanza?

Se qualcuno mi sa dare una risposta...

martedì 6 novembre 2007

Il cronista

Come sono tornato a casa da una giornata in facoltà, senza avere notizie dall'esterno in tutto il tempo, mi ha colpito come un macigno la notizia della scomparsa di Enzo Biagi.
Dato che non sono la persona adatta a parlarne prendo in prestito un articolo di Michele Serra.

Enzo Biagi era un cronista. Lo ripeteva sempre e pareva il vezzo di un giornalista famoso, popolarissimo, pluridirettore, che si rifugiava dietro un abito professionale ordinario. Ma non era un vezzo, era la sostanza viva del suo mestiere. Testimoniata da uno stile tutt'altro che letterario, scarno, efficace, che gli impedì (per sua fortuna) di diventare mai un opinionista o un elzevirista come ce ne sono tanti.
Anche i suoi commenti e le sue rubriche erano fatti di spunti di cronaca, di memorie personali, un montaggio "dal vivo" che raramente assumeva la forma tradizionale dell'editoriale in punta di penna. Era capace di lavorare solo sui materiali empirici, toccati con mano. La sua esperienza, i suoi incontri, i suoi appunti. Un giornalismo "di strada", anti-intellettuale, direttamente indirizzato alla sostanza delle vicende umane, al senso comune, a una "normalità" così rara nel mondo barocco dei media, che riusciva a toccare le corde del pubblico popolare e che gli aprì le porte di un clamoroso successo televisivo.
Il titolo del suo programma di maggiore impatto e di maggiore ascolto non per caso fu "Il fatto", una sorta di rivendicazione asciutta della materia prima del giornalismo. Usava la televisione come un foglio di carta, ovviamente conoscendone la potenza centuplicata, ma ignorandone ostentatamente tutto l'armamentario di effetti, il linguaggio pletorico e/o aggressivo, la rumorosità e la lucentezza eccessiva. In video era quasi monastico, una scrivania e poche parole, e quella mezza figura inquadrata - il famoso "mezzobusto" di Saviane - trovò attraverso l'understatement di Biagi una sorta di fantastico riscatto. Come se il tono basso, l'abito grigio, l'espressione pacata, servissero soprattutto a scardinare la presunzione televisiva e ridare centralità assoluta alla parola, alle facce e alle persone.

Nei primi anni Novanta, quando lui era uno dei primi tre giornalisti italiani (gli altri erano Bocca e Montanelli) e io poco più che un pivello, mi chiese se poteva venire nella redazione di "Cuore" per intervistarmi a proposito della satira. Si presentò con un impermeabile chiaro e una borsa di cuoio, tirò fuori penna e taccuino e cominciò a farmi domande. Poca conversazione informale, pochi convenevoli, quella era un'intervista e dunque una situazione professionale. Quello era mestiere. Rimasi sbalordito dallo spettacolo del vecchio gigante che appuntava diligentemente sul taccuino le parole di un ragazzo. Capii che Enzo Biagi era davvero un cronista, che quello voleva essere ed era sempre stato.

L'ostracismo da lui patito negli ultimi anni non è stato dunque rivolto contro una posizione culturale o politica. E' stato rivolto contro il giornalismo, che lui personificava come pochi altri.

Michele Serra