La settimana scorsa ho ritrovato grazie a internet un'amica persa di vista da quasi vent'anni...
Ci siamo parlate per telefono ma lei sta in Francia e io in Inghilterra, pero che bella la tecnologia, che bello internet!
Eravamo insieme al liceo, e per tre anni siamo state sempre insieme, non solo noi due, veramente eravamo un gruppo di cinque ragazze, (tre sagittarie, una leone e una ariete mi ricordo, tutte e cinque segni di fuoco secondo l'astrologia!!), appena avevamo un ora libera, per pranzo, o durante il giorno, andavamo al bar dove si chiacherava in terrazza, o dentro al buio d'inverno....E poi con Catherine, l'amica che ho ritrovato adesso, ci scambiavamo libri, Philippe Sollers, Pearl Buck, Jean Anouilh, e si studiava Baudelaire...
Baudelaire mi e piaciuto subito, lo leggevo spesso, (e ad alta voce!), avevo letto tante volte "Il tradimento di San Pietro" che lo sapevo a memoria, e lo spleen di Parigi e stato vicino al mio letto per tanti anni! Infatti, aver ripreso contatto con Catherine mi porta tanta nostalgia di questo periodo, e voglia di rileggere Baudelaire. Che peccato, il libro ce l'ho in Francia! Pero mi ha salvato Internet.....
Ecco uno dei miei pezzi preferiti, tratto da "Lo Spleen di Parigi":
XLIII • IL TIRATORE GALANTE
Mentre la carrozza attraversava il bosco, egli la fece fermare nei pressi di un tiro a segno, dicendo che gli sarebbe piaciuto sparare qualche colpo per ammazzare il Tempo.
Ammazzare quel mostro non è forse l'occupazione più ordinaria e più legittima di ognuno?
Offrì galantemente la mano alla sua cara, deliziosa ed esecrabile donna, a quella misteriosa donna alla quale deve tanti piaceri, tanti dolori e forse anche gran parte del suo genio.
Parecchi proiettili colpirono lontano dal bersaglio prescelto; uno di essi andò a conficcarsi addirittura nella tettoia; e dato che l'affascinante creatura se la rideva pazzamente prendendo in giro l'imperizia del suo sposo, questo si girò bruscamente verso di lei e le disse:
«Guarda quella bambola, laggiù a destra, col naso in aria e la faccia così arrogante. Ebbene, Angelo mio, faccio come se quella fossi tu!». Chiuse gli occhi e premette il grilletto. La bambola fu decapitata di netto.
Allora, inchinandosi verso la sua cara, la sua deliziosa, la sua esecrabile moglie, la sua inevitabile e inesorabile Musa, e baciandole rispettosamente la mano, soggiunse: «Ah, angelo mio, come ti ringrazio della mia bravura!».